Quando parliamo del rapporto arte e scienza, tra gli artisti contemporanei non possiamo dimenticare Tomas Saraceno, conosciuto da molti per le sue opere realizzate con tele di ragno.
Come una sorta di architetto che coordina il lavoro di maestranze particolari, l’artista mette i ragni nella condizione di elaborare le loro tele, ed il risultato è affascinante e spettacolare.
I ragni sono ragni sociali (social spiders, che costruiscono tele in comunità e vivono in colonie) e semisociali. Ai Giardini, alla scorsa Biennale Arte di Venezia, abbiamo potuto ammirare molte tele di grandi dimensioni, ed anche i suoni e le vibrazioni creati dalle ondulazioni delle ragnatele.
A Palazzo Strozzi a Firenze fino al primo novembre è possibile ammirare alcune ragnatele nella mostra Aria, con la quale Saraceno invita a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con elementi non umani come polvere, ragni o piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafore del cosmo.
In un percorso di opere immersive ed esperienze partecipative tra il cortile e il Piano Nobile, la mostra esalta il contesto storico e simbolico di Palazzo Strozzi e di Firenze attraverso un profondo e originale dialogo tra Rinascimento e contemporaneità: dall’uomo al centro del mondo, all’uomo come parte di un universo in cui ricercare una nuova armonia.

Saraceno cerca di immaginare un’era diversa, l’Aerocene, ecologicamente più sensibile e consapevole, affermando « Speriamo di diventare consapevoli delle nostre azioni, di come l’aria si muove oggi e di quanto il nostro movimento possa influenzare le cose. » Ragionando in termini di ecosistema, cioè come rete di interazione al cui interno ogni essere vivente si evolve insieme agli altri, con meno individualità e più reciprocità.
Nel chiostro di Palazzo Strozzi, l’artista ha creato Thermodynamic Constellation, una monumentale installazione site specific, con tre enormi sfere sospese e riflettenti l’architettura del palazzo.

Ma le sfere sono prototipi di sculture aerosolari in grado di fluttuare intorno al mondo, libere da confini, libere da combustibili fossili. Come una scultura statica, indagano quali tipi di strutture socio‐politiche nomadi potrebbero emergere se potessimo navigare attraverso i fiumi dell’atmosfera, fluttuando senza confini, senza emissioni di carbonio.
Le sfere nascono dalla sperimentazione di Saraceno con mongolfiere capaci di volare grazie alla sola energia solare e diventano per l’artista un invito a ripensare in maniera poetica e collettiva la maniera in cui abitiamo il nostro mondo.
L’opera di Saraceno è una delle risposte alla domanda come può oggi l’arte relazionarsi alla società contemporanea e ai suoi studi legati al progresso? e lo fa in maniera creativa, imprevedibile e accurata. E con un gusto per il gioco: nel 2013 installò all’Hangar Bicocca di Milano una bolla gigantesca, gonfiata ma non totalmente, sulla quale era possibile camminare, in maniera precaria, a 20 metri da terra, entrando in una sorta di sogno instabile.